L’attivazione mentale o problem solving consiste nel proporre al cane una serie di giochi da risolvere in piena autonomia. L’attivazione mentale porta il cane ad utilizzate il “cervello”, a ragionare, a mantenere un atteggiamento calmo e concentrato per poter risolvere il “quiz” che gli viene presentato e ad aumentare la capacità di attenzione. Il cane sviluppa la propria autonomia, mantiene viva la sua curiosità e impara ad interessarsi a tutto ciò che gli viene proposto. Insieme alla conquista della propria autonomia nell’affrontare situazioni difficili viene migliorata e rafforzato il legame con il proprietario poiché questo diventa propositore di nuove attività che danno soddisfazione al cane, gli permettono di sfogare la sua curiosità e voglia di fare sempre cose nuove. Le difficoltà incontrate nel risolvere i giochi, che di volta in volta gli vengono presentati, insegnano al cane a superare quei momenti di stress causati dall’impossibilità di raggiungere immediatamente il proprio obbiettivo, capacità che gli tornerà utile nella vita di tutti i giorni. Seguendo una corretta sequenza, che cambia da soggetto a soggetto, di presentazione dei “giochi” si porta il cane a sviluppare sempre maggiori abilità: utilizzare il muso per spingere un pistoncino, le zampe per muovere un tubo basculante, tirare un piolo per far cadere un biscotto, aprire un cassetto ecc. Normalmente i cani non sono abituati ad intraprendere attività che li impegnano mentalmente, percui questo tende a stancarli moltissimo, come una corsa all’impazzata nel prato, ma anziché alzare il livello emozionale li aiuta a trovare uno stato di “equilibrio” e di appagamento. Ogni gioco ha una sua utilità, è un piccolo step verso lo sviluppo di nuove capacità cognitive
Le regole per portare avanti una corretta sessione di attivazione mentale sono poche ma categoriche.
Il conduttore deve essere sempre presente e non deve mai incoraggiare, premiare o inibire il cane nella risoluzione del gioco. Sono quindi vietati comandi come il “Vai”, “vieni”, “no” e “bravo”. Questo perché il cane deve scegliere in piena autonomia come quando e se risolvere il problema. Ogni seduta ha una durata massima di 20 minuti entro questo tempo il cane dovrebbe iruscire a risolvere il gioco proposto, se questo non dovesse accadere bisognerà fare un passo indietro riproponendogli qualcosa che sa già fare in modo da chiudere la sessione in modo positivo e con una vittoria da parte del cane. Il gioco finisce quando il cane arriva alla risoluzione trovando quindi il premio (di solito cibo). In questo modo il cane si auto gratifica alimentando quindi la propria autostima. In soggetti insicuri andremo quindi a sviluppare il suo bagaglio di esperienza dandogli la possibilità di scegliere quale possa essere la cosa giusta da fare. In soggetti iperattivi, invece, cercheremo di creare situazioni in cui il cane arriva alla risoluzione solo dopo un attento ragionamento facendogli quindi capire che “ con la forza non si ottiene nulla”. Proprio per questo motivo è importante che ogni gioco venga creato per il singolo soggetto, ognuno ha una necessità e serve per risolvere problemi diversi.
Dott.ssa Jessica Michaela Ciminnisi